AUTISMO: educatore domiciliare

CPL Servizi dal 2021 offre un servizio dedicato a bambini, ragazzi e giovani adulti autistici.
Michela, l’educatrice che se ne occupa, risponde ad alcune domande che possono chiarire di cosa si tratta.

Quali sono le caratteristiche della sindrome dello Spettro Autistico?
La sindrome dello Spettro Autistico viene definita come un “disturbo del neurosviluppo” che compromette alcune aree di funzionamento e di adattamento della persona. Si scopre così la presenza di varie atipicità

Le caratteristiche più comuni e diffuse, utilizzate nei manuali diagnostici riguardano:

  • difficoltà nella comunicazione
  • difficoltà nell’interazione sociale (ad esempio nel capire il significato pragmatico della comunicazione come il linguaggio non verbale, le espressioni facciali, il rispetto del turno di parola…)
  • la presenza di movimenti stereotipati e ripetitivi e/o ecolialia
  • la presenza di interessi ristretti e ripetitivi.

Qual è la particolarità dell’autismo rispetto agli altri disturbi del neurosviluppo?
Ciò che rende unica la sindrome dello Spettro Autistico riguarda proprio l’utilizzo della parola “spettro”, che indica la varietà di questo disturbo.
Ognuno di noi ha caratteristiche diverse e modalità differenti di approcciarsi alla vita, ma in particolare nell’autismo, le aree in cui si manifestano delle difficoltà e, quindi quelli che vengono considerati i sintomi, si presentano in modalità anche molto differenti tra loro.
Ci sono persone autistiche altamente sensibili alle luci, ai suoni o ai rumori troppo forti tali da scatenare vere e proprie crisi; ci sono persone che non utilizzano il linguaggio verbale ed altre sì; chi si dimostra molto selettivo nel cibo mangiando magari solo ciò che ha lo stesso colore; possono esserci persone con interessi ristretti e ripetitivi e altri che riportano un’intelligenza elevata tanto da ricoprire anche cariche importanti.

In che cosa consiste il servizio offerto?
Il servizio prevede la presenza di un’educatrice che accompagna la famiglia, il minore o il ragazzo, per un tempo definito insieme, sulla base delle necessità e di quello che emerge durante il percorso.

Dopo alcuni primi colloqui di conoscenza e che permettono la comprensione del bisogno, si definiscono gli obiettivi e le modalità d’intervento così da poter iniziare.
L’obiettivo generale del servizio è sicuramente quello di essere di supporto, offrendo delle strategie in modo che il contesto domestico e sociale diventino più facili da gestire.
Il centro, oltre al minore o al giovane adulto, è la famiglia che non deve mai sentirsi giudicata ma accompagnata nel cercare di fare del proprio meglio. È necessario costruire una relazione di fiducia basata su un reciproco scambio sincero di informazioni e strategie.

Ma quindi concretamente cosa fai nei tuoi interventi?
Mi occupo sia di bambini intorno ai 3-5 anni, sia di giovani adulti.

Nel primo caso, in particolare, il mio intervento ha uno stampo educativo-riabilitativo in quanto, basandomi sul Metodo ABA, ho la possibilità di monitorare concretamente gli obiettivi raggiunti e quelli su cui ancora bisogna lavorare. Esso viene solitamente svolto presso il domicilio della famiglia.
In questo caso, il mio lavoro viene supervisionato da una psicologa, supervisore ABA, che funge da occhio esterno rispetto alla relazione che io, come educatrice, creo con il minore.

Nel secondo caso, invece, per i giovani adulti si definisce un percorso continuamente monitorato che parte dalle difficoltà riportate e poi si muove in un’ottica di autonomia facendo leva sulle competenze e sulle capacità reali, basandosi anche sull’età anagrafica.
Si possono svolgere attività al domicilio, ma anche sul territorio il quale diventa l’occasione per sperimentarsi e mettere alla prova le competenze acquisite in un contesto ristretto come può essere la casa o uno studio.


In entrambi i casi avviene la preparazione di materiale adatto che ha l’obiettivo di sostenere la comunicazione, la socializzazione, il raggiungimento di autonomie o affrontare situazioni problematiche. Ad esempio la creazione di agende visive che permettono la comprensione di alcune regole, storie sociali o la creazione di libri sensoriali che permettono lo sviluppo e il potenziamento di varie abilità. Le modalità sono:

  • il bambino effettua una valutazione presso la sede dell’associazione o direttamente a domicilio
  • l’educatore elabora un piano educativo concordando obiettivi e metodologie
  • l’educatore attua il programma a domicilio, in genere con frequenza settimanale
  • periodicamente è prevista la supervisione dei risultati da parte dello psicologo
  • a distanza di un anno circa si ripete la valutazione formale e viene rivista la programmazione

Cos’hai notato in questi anni di servizio?
Lo spettro dell’autismo, come anche altri disturbi del neurosviluppo, possono davvero mettere in difficoltà e sono tante le emozioni e i sentimenti che possono far emergere.
In particolare nel caso dell’autismo sono tanti gli aspetti che ancora non si conoscono, ma il fatto di essere accompagnati nell’affrontare la quotidianità può sollevare e aprire nuove possibilità.
Ad esempio è interessante provare a vedere l’autismo in un’ottica di “atipicità”, ovvero un approccio diverso tramite cui si vive la realtà.
Secondo questa prospettiva l’autismo diventa una modalità differente da accogliere e accompagnare, tenendo conto delle difficoltà, perché trovi il più possibile il suo incastro in un mondo che funziona “tipicamente”.

Chiunque fosse interessato anche solo per avere maggiori informazioni, può contattare l’indirizzo email michela.albertini@cplservizi.com.

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Per attivare un servizio domiciliare contattaci al 346 686 8749 – Responsabile Area Educativa Aurora Monte